Come s’impari a disegnare è una questione che non perde mai il suo fascino.

Il mio apprendistato e la preparazione professionale si sono svolti nell’ambito delle belle arti, insegnando e seguendo i miei studenti, quasi come gli allenatori con gli atleti. Molti colleghi credono che raggiungere un buon risultato nel disegno dipenda da un talento innato, ma io sono convinto da sempre che tutti possono riuscire nel compito se imparano, innanzitutto, a osservare.

Normalmente quando si disegna, non si disegna ciò che si vede ma “ciò che si sa”. È questa la barriera più grande nel riprodurre qualcosa che è sotto i nostri occhi. Ne consegue che quando s’impara non avviene con graduali progressi, ma con salti di qualità repentini. Il passaggio che si verifica non può essere spiegato a parole, ma attraverso il metodo che ho messo a punto seguendo l’ispirazione e le indicazioni presenti nel testo “Disegnare con la parte destra del cervello” di B. Edwards.

A riguardo un esercizio estremamente efficace consiste nel distribuire al gruppo di allievi delle riproduzioni di un’opera di Picasso, con l’indicazione di copiarla capovolta. Può sembrare paradossale, eppure risulta più facile disegnare un’immagine capovolta. Sapete perché? “Perché con l’immagine capovolta non ci si accorge di stare disegnando…”. Disegnare secondo un simile approccio attiva quella parte del cervello che ti permette di essere in relazione con la realtà in modo più profondo, autentico e scoprirla nella sua nudità.

Attraverso il corso non solo verranno trasmesse tecniche e strumenti per produrre opere artistiche, ma verranno anche proposti compiti per sviluppare le tue capacità creative, intuitive e spaziali fondamentali per una migliore gestione delle attività quotidiane.  

 - scoprire le percezioni fuorvianti

- superare la rappresentazione elementare dei simboli

- vedere che è molto di più di un’immagine che colpisce la retina

- sorprendere la mente con il visualizing

- far parlare l’intuizione: il ritratto analogico

- seguire il doppio sentiero: visivo-spaziale e logico-analitico

- concepire il piano del foglio come campo di luce

- riconoscere la valenza emozionale della luce diffusa

- impostare il disegno come campo dinamico attraverso le linee di energia

- comprendere la quidditas delle forme: ogni parte è nel tutto

Disegnatore, Illustratore, Fotografo, Counselor Professionista a mediazione artistica, Custode del Mantra Madre, Studioso di Antroposofia e Arti Visive. Inizia il suo percorso personale molto giovane, cominciando a disegnare a un anno di età e, più tardi, studiando all’Accademia Libera del Nudo e all’Istituto Europeo di Design. Parallelamente al percorso artistico studia i testi dell’antropologo Castaneda e del filosofo ed esoterista Rudolf Steiner. Sente fortemente attiva l’espressione artistica come porta di accesso alla natura umana e ai mondi sottili. Il Gei Do (letteralmente “la via per coltivare l’arte”) è il risultato scaturito da anni di studio e ricerca, rivolto a coloro che cercano forme creative per conoscere e conoscersi.

“Il Corso di Gabriele Albanese è partito dai primi elementi del disegno per accompagnarmi, nei mesi, lungo un percorso di studio volto a cogliere la realtà… Nell’architettura, in particolare, del volto umano, senza stravolgerla, ma respirandola per tutta la sua carica espressiva e potenza vitale ed emozionale, restituendone pura emozione. Disegnare non è un’astrazione, quanto piuttosto una immersione totale nella realtà, per trovare quel sentiero personale espressivo comunicativo lirico ed interpersonale che si adatta a noi stessi, alle nostre emozioni, o semplicemente si fa ammirare per come è. È un corso sulla vita: insegna a non rifuggire la realtà, ma invita fortemente a restare e a guardare, osservando, cogliendo tutto consentendo infine di aprire gli occhi dell’anima... Irripetibile, infaticabile, un corso che non può finire mai.”

Gabriella Castelli, pittrice

“Il corso di Gabriele Albanese è una svolta”

Cristoforo Russo, pittore